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Slow Tourism: Scanzorosciate

Scanzorosciate, co-promotore dell’inziativa, ha una particolarità preziosissima per la bergamasca, il suo Moscato che, stando alla tradizione, risale alla conquista romana del territorio scanzese.

Il primo documento storico risale al 27 gennaio 1398:  quell’anno i guelfi assalirono Scanzo depredandolo di numerosi carri di moscatello. Si desume che l’economia scanzese già allora si basava sulla coltivazione della vite con risultati qualitativi notevoli. Il Moscato di Scanzo era nel passato così apprezzato che arrivò alla corte degli Zar e al mercato di Londra, dove nel 1850 venne quotato una ghinea alla bottiglia, quotazione altissima in quanto nessun vino era valutato così tanto sullo stesso mercato. La vite, da cui si ricava il Moscato di Scanzo, è di origine autoctona, è cioè una pianta locale nata e coltivata fino ai giorni nostri dai vignaioli di Scanzo. La vinificazione si è perfezionata nei secoli, soprattutto nell’Ottocento con l’introduzione della tecnica dell’appassimento delle uve importata dagli inglesi in Italia, Spagna e Portogallo contemporaneamente.

Da ciò si comprende il motivo della sua alta quotazione al mercato di Londra. Oggi la tradizione del Moscato di Scanzo è portata avanti dai viticoltori scanzesi, che dal 1993 si sono associati creando il Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo  per garantire la qualità del prodotto e per migliorarlo attraverso sistemi a garanzia di sempre migliori esperienze collettive. Il primo obiettivo del neo costituito Consorzio fu l’ottenimento di una Denominazione non legata al Valcalepio. Con il D.M. del 17 aprile 2002  veniva istituita la nuova Denominazione “Moscato di Scanzo Doc” o “Scanzo Doc”. 

La particolarità e l’unicità del Moscato di Scanzo richiesero tuttavia una superiore denominazione. Il 12 febbraio 2009 il Ministero alle Politiche Agricole, sentito il parere del Comitato Nazionale Vini, accoglieva la richiesta del Consorzio di Tutela attribuendo al Moscato di Scanzo la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg), divenendo in tal modo la prima e unica Docg di Bergamo e la quinta della Regione Lombardia. Il Moscato di Scanzo è stato riconosciuto come Docg con D.M del 28 aprile 2009, pertanto con la produzione anno 2007 si è potuto utilizzare il riconoscimento Docg garante della tutela e della qualità del prodotto.

Il Moscato di Scanzo è un vino passito dal colore rosso rubino intenso, con profumi, fruttati e speziati su cui predominano la rosa appassita, il miele d’acacia e il sottobosco. Si può altresì degustare una profumatissima grappa ottenuta dalla distillazione delle vinacce.

Ogni anno, all’inizio del mese di settembre, l’associazione Strada del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi organizza la Festa del Moscato, quattro giorni ricchi di sapori, arte, cultura, folclore, laboratori, musica e importanti ospiti. I produttori associati alla Strada del Moscato propongono in degustazione il proprio passito, oltre ad altri vini, miele, olio, formaggi, gelato e prodotti da forno, tutti provenienti dalle colline scanzesi. Nel 2020 e nel 2021, a causa della pandemia, il grande evento è stato sostituito dal Settembre del Moscato, un mese intero di iniziative diffuse sul territorio comunale quali degustazioni in cantina, menu a tema, escursioni, eventi e laboratori (www.festadelmoscato.it).

Scanzorosciate, che conta 9.800 abitanti,  è inoltre capofila del comitato turistico Terre del Vescovado, un ente di promozione turistica ed enogastronomica che riunisce 15 comuni situati ad est della città di Bergamo in fascia collinare e pedecollinare – www.terredelvescovado.it

 

A cura di Angela Vitali, assessore alla cultura del Comune di Scanzorosciate (BG)

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